Se potessi darvi una mia opinione, un'umile recensione di un libro che ho appena letto, vi direi: "leggetelo". Leggetelo, se avete voglia di confrontarvi con una grande cultura custodita e celebrata per secoli, una storia personale che non può non essere anche la Storia con la S maiuscola.
Ambientato negli anni tra i due conflitti mondiali, "Eredità", si fa pubblicità da sè, per via della scrittrice e brava giornalista Lilli Gruber. In questo libro ho trovato spunto per sondare meglio quel territorio tanto diverso dal mio e così affascinante.
Quel giorno in cui andai in Sudtirolo, a Merano, sinceramente ebbi quasi una repulsione. Mi chiesi se ero ancora in Italia o se per sbaglio mi avevano cacciato via senza che me ne fossi accorta. Le scritte erano prima in tedesco e poi in italiano, quell'accento così diverso dal mio era quasi fastidioso... brutte impressioni, certo, ma non solo quelle e non rimasero tali.
Per mia fortuna non vivo solo di "impressioni", ma soprattutto di emozioni che queste possono trasmettermi o che io riesco a maturare, anche in seguito. Imparai ad ammirare la loro identità così protetta da quel Giorno in cui ebbero la sensazione che gli italiani stessero per portargliela via; ammirai il senso di unità che oggi sembra davvero scarseggiare in questo mondo, nonostante la globalizzazione...
Ho avuto la conferma di come grazie ai ricordi, alle tradizioni, si intrecciano testimonianze di vita di ciò che è stato quel paese e di quello che continua ad essere: splendido, ma spezzato. Eppure nel suo essere parte di qualcos'altro è riuscito ad unirsi ancor di più con se stesso, senza però chiudere i confini ma estendendoli a chi si innamora dei suoi colori e dei suoi profumi.
Un filo narrativo che si riallaccia a riflessioni più generali, retoriche forse, ma senza dubbio legate alla nostra Nazione, alla sua storia e ai suoi abitanti. E' bello scoprire come tante differenze convivono e scambiano tra loro valori e persone i quali ereditano dai propri avi, prima di tutto, l'affetto per la propria terra natia.
Lucia G.
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