Troppo spesso si sente parlare di giovani delusi e amareggiati, perché c'è chi con la pretesa di essere "grande" taglia loro le gambe, impedendogli di poter faticare e imparare a camminare da soli.
Durante una lezione, l'ennesima perla di saggezza: "Abituatevi a uno stipendio da poveri. Avrete belle soddisfazioni, ma non ora. Aprite gli occhi: in giro c'è un sacco di gente che vuole sfruttarvi, prosciugare il vostro entusiasmo e la vostra euforia, la vostra voglia di fare e di lavorare. Perché "lavorerete" gratis".
Non è stata solo quella ragazza già del mestiere ad avvisarmi o ad aprirmi gli occhi. Oggi ormai, basta accendere la televisione o la radio per sentire discorsi del genere. Circa un anno fa, un professore ci ha chiesto: "Volete fare il giornalista e qualcos'altro? Bene, fate altro allora".
Un giovane che cerca di essere un po' lungimirante si trova spesso di fronte un buio pesto, ma con una piccola luce di speranza. Quella speranza che nutrono con te genitori, amici e fidanzati che ti ispirano fiducia e confidano in te.
Però a volte, capita di soffermarti e pensare se questa sia la strada giusta, se si poteva fare altro, se vista la fortuna che si ha di una famiglia che ti sostiene, avresti potuto investire i sacrifici altrove, in qualcosa di meno rischioso. Però poi ti viene da sorridere...è inutile. Tutto oggi è rischioso, anche andare a fare la spesa e pensare di poter risparmiare: quei 50 € una volta scambiati, finiranno. Ma è la vita. E non voler più mettere il piede fuori casa non è vita, se non hai voglia di aprire la finestra e vedere se oggi c'è il sole, non sarà il modo giusto per affrontare la giornata.
Perché se a volte ti senti un "inetto" è perché hai delle aspettative dal mondo e hai paura di ciò che il mondo chiederà a te.
Oggi, anche ieri ma in maniera diversa, la vita è un continuo colloquio di lavoro: descrivi le tue capacità e magari illustri i tuoi progetti, i tuoi lavori...a volte qualcuno concentra l'attenzione su di sé dicendo cosa cerca o cosa si aspetta da quella azienda, dimenticando che è l'azienda ad assumerti e che sei tu a dover convincere loro di cosa puoi offrirgli.
All'infuori di metafore e allegorie, nessuno di noi può credersi un eroe. Anzi se qualcuno riesce a beccare la musica giusta che gli dà la forza di "spaccare tutto", allora che ne approfitti subito per poter rischiare, perché l'indomani si sveglierà ripensando a quelle parole così amare, da non aver voglia di aprire la finestra.
Eppure sarebbe troppo noioso e codardo rimanere nel letto... prima poi chiunque avrà fame di giustizia, di soddisfazioni ma di quelle vere, di vincere quelle sfide che si era preposto a 18 anni, che a 20 ne ha quasi paura, ma che a 30 ne conoscerà almeno il profumo.
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