I tagli alle spese: una vera lotta alla sopravvivenza quotidiana
“In
Italia sei famiglie su dieci hanno un reddito inferiore a quello medio (2.482 euro al mese circa) e ben otto milioni di persone sono considerate povere”.
Quattro anni dopo, siamo tutti testimoni dell’effetto crisi economica a carico
soprattutto dei giovani, degli anziani, delle donne più degli uomini, delle
persone disabili e delle comunità marginali ed etniche. È quanto emerge dal rapporto Istat dal titolo “Noi
Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” del 2013. I
costi sociali del fallimento economico sottopongono i singoli e le famiglie a
innumerevoli tagli sui consumi, motore del nostro sistema economico.
Eppure, non sono necessarie ricerche e numeri, basta guardarsi attorno: c’è chi ha
perso il lavoro, chi fa fatica a trovarlo, nonostante titoli ed esperienza, c’è
chi entra a stento nei negozi per paura di spendere, c’è chi si è indebitato
per poterlo fare. Soprattutto è il ceto medio a risentire di questi tagli così
austeri, che non risparmiano sanità e istruzione. Nel quarantaseiesimo rapporto
Censis annuale sulla situazione sociale del Paese si legge, infatti, un vero e
proprio “smottamento del ceto medio”. Inoltre: “2,5 milioni di famiglie hanno
venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300 mila famiglie
mobili e opere d'arte, l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il
73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi”.
Chi
fa fatica a tirar alla fine del mese non sono, quindi, solo badanti, camerieri
stagionali, padri e madri di famiglie numerose, ma anche impiegati, dirigenti e
professionisti. Un dato certo e significativo è la fila che s’ingrossa davanti ai
discount, ora frequentati non più soltanto da famiglie a basso reddito. In tempo
di crisi gli italiani hanno sviluppato un nuovo e ormai noto modello di
consumo, navigando in rete, comparando i prezzi dei volantini, girovagando per
gli outlet o per i mercatini dell’usato, chiedendosi perché spendere di più, se
si può avere lo stesso prodotto a meno. La corsa ai saldi e alle “offerte
speciali” sta diventando una pratica sempre più diffusa. “C’è crisi, basta con
gli sprechi”. Parole d’ordine che dettano regole e nuove modalità di consumo
per difendere il portafoglio. Si riducono i divertimenti, le spese superflue,
ma si fanno anche tagli su spese mediche e scolastiche. Da un lato, si ricorre
ai “rimedi della nonna” o ci si azzarda a curarsi da sé, magari consultando un
sito preposto online, dall’altro, ci si organizza in tempo con l’usato-libri e
anche in questo caso viene in aiuto la rete. Si cerca di risparmiare su
elettricità, riscaldamento e benzina, ma anche sui propri hobby. Gente che
rinuncia all’abbonamento della palestra e preferisce fare una corsetta nel
verde, se ne ha la possibilità. Si viaggia meno e per meno giorni, magari scegliendo
di rimanere in Italia, invece che andare all’estero. Una spesa intelligente che
tenta quanto meno di raggirare la lotta continua per la sopravvivenza
quotidiana.
Fonte immagine: Attualissimo.it
Lucia Geremia
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