In tanti mi hanno chiesto: "E allora com'è questa famigerata America?". Quasi sempre avrò risposto alla stessa maniera: "Una favola, un sogno!"; oppure: "Mi sentivo come in un film". E in effetti è ciò che più rispecchia le mie impressioni.
Ho avuto la fortuna che il viaggio mi sia stato regalato dai miei gentori dopo la laurea e di trovare in California una caterva di cugini e zii pronti ad accogliermi a braccia aperte... prima barriera? La lingua.
Un po' di scuola certo aiuta, ma si sa, sui libri si fa tanto, si suda, ma è vivendo e mettendo in pratica quanto imparato che si catalizza e si elabora! Bene, talmente elaboravo traducendo qua e là che la notte a volte sognavo in americano e anche nel sogno, ahimè, mi sforzavo di tradurre e mi compiacevo anche dei discorsi che riuscivo ad abbozzare.
Un giorno mentre ero in giro, rigorosamente in auto, pensavo già a che cosa mi avesse più colpito di quei posti, e pensai subito: le luci. Tornando la sera a casa, infatti, ricordavo le luci e poi tutto il resto: le luci dei cartelli, dei palazzi alti e pieni di uffici piccini piccini, le luci degli stadi e dei center che illuminavano il cielo soprastante, le luci di Las Vegas! Chi non rimane folgorato dalle sue luminarie viste da dentro un taxi, dalle vetrate di un albergo... o dal finestrino di un aereo. Ma non solo. Anche i colori vivaci della natura in quegli angoli nascosti, verso l'orizzonte, verso l'oceano, grande, immenso e Pacifico di nome e non di fatto...!
La gentilezza della gente, che con un "sorry" e un "hi" illuminava la mia giornata e, sapendo che fossi italiana, proiettava su di me uno sguardo pieno di stupore, di ammirazione, quasi d'invidia, per poi pronunciare parole come: "pasta, pizza, Buongiorno principessa, Milan e Rome!". E a me veniva così tanta nostalgia!
Sì, perché di noi ammirano tanto il cibo, la moda, le città storiche... e mi chiedevano quanto fosse diversa l'America dal mio "mondo". Mi compiacevo di quei complimenti, pensando che noi alla fine mitizziamo sempre questo Nuovo mondo così "lontano" dal nostro... e credo che loro facciano altrettanto, con le dovute differenze.
Quella terra è sì lontana geograficamente dalla nostra, affascinante per le sue "diversità", ma alla fine ho travato tanta armonia di spirito e di mente, e non mi sono sentita poi così estranea...
Certo, molto dipende dalla gente con cui stai e io ho incontrato molti siculo-americani che avevano una gran voglia si sentir parlare di me (nella nostra lingua) e della nostra terra, sempre uguale, sempre meravigliosamente bella... Del resto, credo valga lo stesso per ogni angolo della terra, purché ci colpisca a fondo con i suoi colori, con il suo paesaggio, con la sua gente, purché anche solo per un attimo riesca a farci sentire a "casa".
Lucia G.
Quella terra è sì lontana geograficamente dalla nostra, affascinante per le sue "diversità", ma alla fine ho travato tanta armonia di spirito e di mente, e non mi sono sentita poi così estranea...
Certo, molto dipende dalla gente con cui stai e io ho incontrato molti siculo-americani che avevano una gran voglia si sentir parlare di me (nella nostra lingua) e della nostra terra, sempre uguale, sempre meravigliosamente bella... Del resto, credo valga lo stesso per ogni angolo della terra, purché ci colpisca a fondo con i suoi colori, con il suo paesaggio, con la sua gente, purché anche solo per un attimo riesca a farci sentire a "casa".
Lucia G.
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