martedì 10 dicembre 2013

Università, test d'ingresso: come spegnere l'entusiasmo

Il Bel Paese è così chiamato per l'arte, la cultura, la storia... discipline e percorsi che lentamente si disperdono, senza ricevere quel giusto valore e quell'attenzione trovata altrove. Eppure, non sarebbe così difficile riscoprirla da noi: ripartendo da dove spesso si dimentica di tornare con la mente, con le tasche, con le idee: la Scuola. 

Vi propongo, a tal proposito, una lettera pubblicata sul giornalino scolastico del Liceo Classico di Sciacca (Ag):

"Noi ragazzi del quinto anno del liceo classico 'Tommaso Fazello' di Sciacca siamo davvero entusiasti del futuro che ci attende! Non potremmo essere più felici per l'anticipazione dei test d'ammissione a Marzo. Cosa potrebbe esserci di meglio se non trascurare il regolare studio scolastico e mandare all'aria quattro anni di impegno per tentare la fortuna con i test universitari? Si, perché avere la possibilità di inseguire i propri sogni è, ormai, proprio una questione di fortuna. Ci affidiamo al caso! D'altronde, che sarà mai dover chiedere alle nostre famiglie di sborsare fior di quattrini per i corsi di preparazione? Perché dovremmo lamentarci del fatto che la scuola gli strumenti per superare i test non ce li dà? Ci dimostrano che il nozionismo e la velocità di risposta ai quiz (un minuto e mezzo a domanda) saranno i mezzi per non essere disoccupati. Si presentano come manager del nostro futuro, ma sono loro le nostre risorse? O piuttosto siamo noi che forniamo loro le possibilità di farne un business, una scommessa sulle nostre vite? Potreste suggerirci di prendere i libri e studiare da soli, ma anche l'editoria si è conformata a questo sfruttamento a scopi di lucro del nostro desiderio di apprendere. Qualcuno di noi vuole fare il medico, ma se non passa i test dovrà adeguarsi a fare il biologo, l'ingegnere o il farmacista. Embè? Direte voi: bisogna pur essere versatile! E se ne verranno fuori professionisti che non amano il loro lavoro, pazienza, andranno bene comunque! Se vogliamo intraprendere strade diverse che non comportano test preliminari siamo additati come perdenti, falliti, disoccupati prima ancora di cominciare gli studi. 
Cosa proponiamo? L'abolizione immediata dei test d'ingresso all'università per dare la possibilità a tutti di provare a seguire le proprie inclinazioni, non solo ai ricchi che possono permettersi raccomandazioni e costosi corsi di preparazione. In sostituzione suggeriamo l'introduzione di un filtro selettivo basato sull'impegno e sul numero di materie sostenute nel corso dei vari anni del percorso universitario. 
Non ci adeguiamo al sistema, non saremo dei semplici termometri che misurano la temperatura. Miriamo a rivoluzionare le cose: saremo termostati che la temperatura la cambiano. 
                                                                                                                Eleonora Fisco e Irene Pinelli 

Non tutti saranno d'accordo con l'abolizione dei test d'ingresso i quali permetterebbero una selezione o preselezione degli 'aspiranti'. Ma in quale momento dell'anno è opportuno farlo? E’ qual è il criterio appropriato? Forse, non si premia di più l'alunno costante e volenteroso che in un semestre, anno, ha dimostrato le sue vere potenzialità? Forse, non sarebbe più confacente offrire un'equa possibilità e verificare, entro un tempo determinato, che lo studente stia effettivamente dando esami, portando avanti il suo percorso universitario? Abbiamo forse paura di una tale dimostrazione?
Meritocrazia: ancora una volta, crolla il ponte su cui essa poggia.
Ci si dimentica spesso che, quando un problema riguarda i giovani, bisogna anche interpellare direttamente loro. Ci si dimentica troppo spesso che, oltre a pretendere, bisogna anche "promettere" qualcosa, non certo oro e castelli, ma almeno una prospettiva costruttiva, concreta. Invogliare all'ottimismo sembra una cosa che ormai non possiamo più permetterci. 
Ad ogni modo, non dobbiamo smettere di camminare coi piedi per terra e di puntare laddove sembra si sia creata una cappa: è solo fumo. Dobbiamo andare oltre, cercare, pensare, agire. E allora, come un certo Prometeo, saremo ancora in grado di portare il fuoco agli uomini: il fuoco della conoscenza. Non smettiamo di accendere le menti e rivoluzionare le cose: il mondo ha bisogno di Noi.

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)

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