lunedì 10 marzo 2014

Un attimo tutto tuo in cui non pensare: contempla

Tra la frenesia dei giorni, tra un alternarsi di impegni, non ci fermiamo più tanto spesso a tirare le somme delle nostre giornate. Forse, appena la sera prima di dormire o con la faccia riflessa sul finestrino, riusciamo a concederci del tempo, ma più che per riflettere su noi stessi in maniera positiva, stiliamo una lunga lista della spesa da cui non ne usciamo più. Era meglio schiacciare un pisolino. 

Niente e nessuno ci dice quando farlo, ma almeno una volta a settimana dovremmo dedicare un po' di tempo a noi stessi: fermarci e soffermarci su ciò che si è fatto, che forse tutto accade per un motivo, che ancora è tutta da vedere, che abbassare la guardia per un momento e respirare non è tempo sprecato. Anche solo un albero o una panchina può bastare, per poggiarsi e finalmente godere del silenzio: non pensare, contempla. Basta io, basta perché, basta se e chissà. Un attimo di inconsapevolezza, un attimo di ascolto per quelli che sono i veri bisogni del cuore a cui, forse, poco diamo spazio. Quello che ci piace fare veramente, quella persona che ci fa stare bene, quel momento che deve ripetersi. Un soffio di vento, un colore caldo, un suono lontano da cui lasciarci ammaliare.

Tra la frenesia dei giorni e l'alternarsi dei nostri impegni, esiste un attimo tutto nostro in cui tirare le somme che tra alti e bassi (forse più bassi che alti) ci aiuterebbe ad affrontare meglio quel progetto, quella fatica, quel nostro essere frastagliato. Ma solo dopo aver spento per un attimo l'altoparlante che gridava di tornare alla cassa: noi staremo fermi un attimo là, poggiati al tronco di un albero a non pensare a nulla. Avremo preso un po' d'aria per il corpo, per la mente. 


Lucia G.

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