Un ponte per la vita. Se fosse una campagna, la chiamerei così. Perché c'è la vita dei siciliani, c'è la vita della nostra terra e dei suoi buon frutti a rischio. Con il ponte non è crollato solo pietra e piloni, ma anche la speranza di non essere soli.
UN MESE il 4 Marzo, dal crollo del ponte Verdura.
Rabbia e indignazione nelle parole di molta gente disillusa e scoraggiata da quanto ogni giorno sente dire a proposito del ponte e la vicenda burocratica che lo riguarda.
Il 27 Febbraio è scaduto il termine per la presentazione dei progetti da parte delle ditte. Se nessuna azienda esclusa opporà ricorso, le operazioni partiranno il 2 Marzo, poi 40-45 giorni per l'attuazione dei lavori, ma non di ricostruzione, ma di "rattoppamento" per riaprire il traffico a un solo senso di marcia.
Si tratta di riavere il ponte Verdura "accomodato" ( a modo loro) con tubi e passerella dopo tre mesi dal crollo... ma non è verosimile? E' pur vero, che la competenza è dell'Anas la quale ha approvato questa soluzione progettuale.
Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha dichiarato lo stato di calamità per accelerare l'iter dei lavori.
Eppure, il ponte è lì, per metà giù, logoro e divorato dallo scorrere dell'acqua sottostante, mentre una provincia si ferma e la Sicilia occidentale si spacca in due.
Sembrava che, inizialmente, dovessse intervenire il Genio civile per costruire uno di quei ponti d'acciaio con struttura a traliccio, utilizzati per calamità gravi come in questo caso.
Un'altra possibilità era di poter dirottare il traffico veicolare sul vecchio
ponte ferroviario Macauda, oggi parte del patrimonio immobiliare di
proprietà della società Rocco Forte, titolare del Verdura golf and spa
resort. Ma nulla di fatto.
Ancora oggi, e non si sa ancora per quanto con certezza, Tir carichi di arance, tanti lavoratori, pendolari, turisti sono costretti a deviare per una stradella di campagna che tale è rimasta finora. Sono stati avanzati dei lavori di recupero, ma le abbondanti piogge hanno peggiorato la situazione.
Lungo quel percorso si susseguono avvallamenti e pericolosi dossi, tanto che un auto bassa rischia di rimanere in panne.
Condizioni disumane che in molti devono affrontare per andare a lavoro ogni giorno. Una strada che allunga il percorso di ben 40 km e palesemente inadeguata a sorreggere un traffico come quello della Statale 115.
TIRIAMO LE SOMME.
Se oggi ci preoccupiano (almeno in teoria) dello spread o del lavoro... non ci curiamo abbastanza di tutelare chi un lavoro ce l'ha già, chi per raggiungerlo rischia la vita ogni giorno. Ma ricordiamoci che siamo in Europa, siamo in Italia, siamo in Sicilia, siamo in una provincia che è la più povera del Paese.
E continuiamo a chiaccherare? A perdere tempo, quasi come si si volesse distruggere quel poco di economia che alimenta le casse dei comuni della provincia agrigentina, come se si volessse far disperare la gente del territorio, ormai abbandonata a se stessa. Come se fosse una dittatura a partito unico, in cui gli "altri" non hanno alcuna voce in capitolo. Possono "solo" protestare, in silenzio.
Non si tratta adesso, di smuovere le acque, ma di smuovere le pietre una ad una.
Altro che prendere parola, nella terra di nessuno, anche se gridi nessuno ti ascolta, anzi qualcuno fa finta di non sentire. Facile, anche troppo. Furbo chi ha intenzione di guadagnarci? Non direi.
E' un problema che si dipana alle spalle di tutti, sulla schiena dei cittadini, e pian piano tutti ci rimetteranno.
Anche i "furbi".
Lucia G.
Perché
sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per
rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato
messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate
vicinanze del fiume. Avvallamenti e pericolosi dossi, per affrontare i
quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa
può restarci impantanata. - See more at:
http://www.sicanianews.it/la-strada-scririnda-tragaleggi-e-impraticabile-a-proposito-di-soldi-buttati/#sthash.xR3mWVka.dpuf
Perché
sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per
rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato
messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate
vicinanze del fiume. Avvallamenti e pericolosi dossi, per affrontare i
quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa
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sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per
rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato
messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate
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quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa
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