martedì 26 febbraio 2013

Tornare al voto? "Bastano solo" altri 400 milioni di Euro

A malincuore e con grande stupore di molti e non, le elezioni 2013 sono appena terminate. Qualcuno allude ad un ritorno al voto, magari con la stessa legge elettorale, per trovare una soluzione al rischio di ingovernabilità del Paese.
Ma quel qualcuno si è reso conto di quanto lo Stato o meglio i cittadini hanno sborsato per finanziare queste "benedette" elezioni?!
Ci si ripete spesso quanto siano elevati i costi della politica, ma in questo caso vediamo nello specifico i costi delle elezioni. Tutti i cittadini sanno che sono loro a pagare le spese elettorali, finanziando così  dalla matita copiativa sino alle facilitazioni di viaggio di cui molti avranno usufruito.
Sono state distribuite sei matite copiative per ogni seggio, per  un  totale di 369.576  pezzi. I seggi elettorali sono stati 61.596 (371 in più rispetto al 2008) e ognuno di questi seggi è costato 6.315 € (il 13,2% in più rispetto alle votazioni di cinque anni fa, quando il costo di ogni seggio corrispondeva a 5.578 €).

In parole povere, le Elezioni 2013 sono costate alle casse dello Stato ben 389,50 milioni di Euro, con un aumento dell'11% rispetto al 2008.

I dati. Il Ministero dell'Interno ha erogato 73 milioni per le esigenze di ordine pubblico (21.154 poliziotti, 21.154 carabinieri, 11.526 finanzieri, 3.268 forestali, 300 poliziotti penitenziari, 3.638 vigili urbani, 585 poliziotti provinciali), 223,15 milioni di euro hanno coperto le spese per i seggi elettorali, compresi i compensi per presidenti, segretari e scrutatori (anticipati dai comuni), 9,80 milioni per le facilitazioni di viaggio per gli elettori che tornano nei comuni di residenza, 2,13 per il sistema informatico e di telecomunicazioni, 1,92 per il personale e la logistica e 5 milioni per la struttura per le politiche sul personale del Ministero dell'Interno.

Costi che continuano a lievitare sensibilmente. Un fatto che risulta incomprensibile è che ci sia ancora la necessità, nell'era digitale che  abbatte i costi e velocizza la burocrazia, di usare quantità impressionanti di carta, cartoni, timbri, buste e quant'altro. L’Italia si affida ancora a pratiche vecchie e superate. Nel nostro paese, infatti, si vota nella stessa maniera di cinquanta anni fa, con la differenza che a ogni elezione, le spese aumentano sempre più. 

L’ultimo aspetto che incide non poco sul costo delle elezioni è il numero dei candidati presentatisi: tra Camera e Senato sono stati 16.000, quasi 6.200 in più rispetto alle ultime elezioni politiche quando non si superarono i 10.000. Se si guardano le percentuali: alla Camera i candidati sono il 70% in più rispetto al 2008, mentre al Senato “solo” il 51%...*
Così i cittadini che si sono recati alle urne avranno notato molte più liste e soprattutto molti più nomi del 2008. Tutto questo è paradossale, se si considera che l’elettore non ha nessun potere riguardo alla scelta dei propri rappresentanti, poiché non sono previste indicazioni di preferenza.

E nonostante la situazione sociale ed economica difficilissima, dati i risultati delle elezioni, qualcuno ha il coraggio di dire:  "Torniamo alle urne".
Ci sarebbe anche la possibilità di tornare a votare per un solo ramo del Parlamento, che potrebbe appunto essere il Senato, così come previsto dall’articolo 88 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse (...)".
Intanto, il popolo dei Grillini esulta, il Pd ne esce nervoso probabilmente per aver sottovalutato l'ondata del Movimento e la rimonta del Pdl... ma c'è poco da festeggiare. Tutti hanno vinto e tutti abbiamo perso.
  
Volgendo uno sguardo alla stampa estera ne abbiamo una minima conferma:
STAMPA USA  - "Paralisi politica" (Usa Today)
STAMPA RUSSA - “L'Italia si ritrova in una situazione comica” (Gazeta)
STAMPA SPAGNOLA - Un'Italia ingovernabile
STAMPA FRANCESE - “Italia: minaccia di un blocco politico dopo le elezioni” (Le Figaro)
STAMPA BRITANNICA - "Una minaccia per l’euro"  (Guardian)
STAMPA GIAPPONESE - Gli italiani sono "stanchi del risanamento e hanno scelto il populismo" (Sankei)

Lucia G.


 * Dati estratti da Il Sole 24ore

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