mercoledì 10 aprile 2013

A.A.A Cercasi Governo, non uno qualsiasi



Sempre più entrate e meno uscite. Sempre più pubblicità di prestiti e risparmi, ma chi può riceverli e farli veramente, sono in pochi. E in più, chiedendoci:  "Chi gestisce i tuoi risparmi, fa anche i tuoi interessi?".
Ci vogliono garanzie. Quelle che solo alcuni hanno.
Ogni giorno si aggiunge una nota stonata alla “rubrica” quotidiana dedicata alla crisi. Crolla il potere d’acquisto, la possibilità di risparmiare è quasi nulla, secondo i dati arrivati dall’Istat. In molti tirano avanti grazie anche ai risparmi accumulati negli anni e i conti luccicano, ma in rosso. 

Tenendo conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie è sceso, infatti, del 4,8%. La caduta risulta essere la peggiore variazione annua da quando è disponibile il dato, ovvero dal 1990.  La disoccupazione in Europa ed in Italia ha raggiunto davvero livelli impressionanti. Dopo la fase finanziaria si è passati a quella economica ed ora siamo a quella sociale senza che le due precedenti siano state risolte. L'ultima fase, che speriamo non si verifichi mai, potrebbe essere una crisi istituzionale dell'Unione Europea e di qualche suo Stato membro tra cui l'Italia che in questo periodo vive una situazione molto difficile. Previsioni che fanno prospettare rivoluzioni , con tanto di periodi “bui”. 

L'Italia non può permettersi che siano vanificati i grandi sacrifici fatti, ha urgente bisogno di autorevoli vertici istituzionali, che possano agire in maniera celere per evitare che un'attesa prolungata possa nuocere alla credibilità internazionale e innescare una nuova fase di crisi dell'intera area dell'euro.

Una cosa, che agli occhi di esperti e gente comune risulta inaccettabile, è che di fronte a questa situazione l'impostazione ufficiale delle istituzioni Ue continui ad essere solo quella del rigore fiscale che, associato alle riforme strutturali, dovrebbe rilanciare, ad un anno futuro imprecisato, la crescita e l'occupazione. Non c'è dubbio che in molti Paesi (tra cui, ma non solo, l'Italia) le riforme siano necessarie ma la loro attuazione in recessione diventa molto, troppo, difficile. La Ue dovrebbe perciò favorire subito alcuni progetti selezionati tra quelli inclusi nei due grandi programmi poliennali (Connecting Europe Facility ed Europa 2020) di più rapida esecutività per rilanciare la crescita e l'occupazione, per valorizzare di più l'industria e le imprese potenziando ulteriormente la Bei (la Banca Europea per gli investimenti).

Tutto ciò richiede una pressione politica sulla Ue nella quale anche le Associazioni di imprese e sindacali dovrebbero svolgere un’azione costante sia direttamente che indirettamente attraverso il Parlamento europeo e i Governi nazionali. 

E tutto quello che gli italiani chiedono, è un Governo, ma non uno qualunque, ma uno con idee e obiettivi chiari che salvi l’Italia e gli italiani, presto. 


Dati tratti da: Sole240re, Istat 

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