giovedì 28 febbraio 2013

E chi un lavoro ce l'ha già, e non può raggiungerlo?


Un ponte per la vita. Se fosse una campagna, la chiamerei così. Perché c'è la vita dei siciliani, c'è la vita della nostra terra e dei suoi buon frutti a rischio. Con il ponte non è crollato solo pietra e piloni, ma anche la speranza di non essere soli.

UN MESE il 4 Marzo, dal crollo del ponte Verdura.
Rabbia e indignazione nelle parole di molta gente disillusa e scoraggiata da quanto ogni giorno sente dire a proposito del ponte e la vicenda burocratica che lo riguarda.
Il 27 Febbraio è scaduto il termine per la presentazione dei progetti da parte delle ditte. Se nessuna azienda esclusa opporà ricorso, le operazioni partiranno il 2 Marzo, poi 40-45 giorni per l'attuazione dei lavori, ma non di ricostruzione, ma di "rattoppamento"  per riaprire il traffico a un solo senso di marcia.
Si tratta di riavere il ponte Verdura "accomodato" ( a modo loro) con tubi e passerella dopo tre mesi dal crollo... ma non è verosimile? E' pur vero, che la competenza è dell'Anas la quale ha approvato questa soluzione progettuale.

Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha dichiarato lo stato di calamità per accelerare l'iter dei lavori.
Eppure, il ponte è lì, per metà giù, logoro e divorato dallo scorrere dell'acqua sottostante, mentre una provincia si ferma e la Sicilia occidentale si spacca in due.

Sembrava che, inizialmente, dovessse intervenire il Genio civile per costruire uno di quei ponti d'acciaio con struttura a traliccio, utilizzati per calamità gravi come in questo caso.
Un'altra possibilità era di poter dirottare il traffico veicolare sul vecchio ponte ferroviario Macauda, oggi parte del patrimonio immobiliare di proprietà della società Rocco Forte, titolare del Verdura golf and spa resort. Ma nulla di fatto.

Ancora oggi, e non si sa ancora per quanto con certezza, Tir carichi di arance, tanti lavoratori, pendolari, turisti sono costretti a deviare per una stradella di campagna che tale è rimasta finora. Sono stati avanzati dei lavori  di recupero, ma le abbondanti piogge hanno peggiorato la situazione. 
Lungo quel percorso si susseguono avvallamenti e pericolosi dossi, tanto che un auto bassa rischia di rimanere in panne.
Condizioni disumane che in molti devono affrontare per andare a lavoro ogni giorno. Una strada che allunga il percorso di ben 40 km e palesemente inadeguata a sorreggere un traffico come quello della Statale 115.

TIRIAMO LE SOMME.
Se oggi ci preoccupiano (almeno in teoria) dello spread o del lavoro... non ci curiamo abbastanza di tutelare chi un lavoro ce l'ha già, chi per raggiungerlo rischia la vita ogni giorno. Ma ricordiamoci che siamo in Europa, siamo in Italia, siamo in Sicilia, siamo in una provincia che è la più povera del Paese.
E continuiamo a chiaccherare? A perdere tempo, quasi come si si volesse distruggere quel poco di economia che alimenta le casse dei comuni della provincia agrigentina, come se si volessse far disperare la gente del territorio, ormai abbandonata a se stessa. Come se fosse una dittatura a partito unico, in cui gli "altri" non hanno alcuna voce in capitolo. Possono "solo" protestare, in silenzio.
Non si tratta adesso, di smuovere le acque, ma di smuovere le pietre una ad una.
Altro che prendere parola, nella terra di nessuno, anche se gridi nessuno ti ascolta, anzi qualcuno fa finta di non sentire. Facile, anche troppo. Furbo chi ha intenzione di guadagnarci? Non direi.
E' un problema che si dipana alle spalle di tutti, sulla schiena dei cittadini, e pian piano tutti ci rimetteranno.
Anche i "furbi".

Lucia G.
Perché sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate vicinanze del fiume. Avvallamenti e pericolosi dossi, per affrontare i quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa può restarci impantanata. - See more at: http://www.sicanianews.it/la-strada-scririnda-tragaleggi-e-impraticabile-a-proposito-di-soldi-buttati/#sthash.xR3mWVka.dpuf
Perché sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate vicinanze del fiume. Avvallamenti e pericolosi dossi, per affrontare i quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa può restarci impantanata. - See more at: http://www.sicanianews.it/la-strada-scririnda-tragaleggi-e-impraticabile-a-proposito-di-soldi-buttati/#sthash.xR3mWVka.dpuf
Perché sono bastate le piogge abbondanti unite al passaggio dei mezzi per rovinare il fondo di stabilizzato, con materiale di cava, che era stato messo nel tratto non asfaltato di oltre 400 metri nelle immediate vicinanze del fiume. Avvallamenti e pericolosi dossi, per affrontare i quali è necessario almeno un fuoristrada 4X4. Un auto un po’ più bassa può restarci impantanata. - See more at: http://www.sicanianews.it/la-strada-scririnda-tragaleggi-e-impraticabile-a-proposito-di-soldi-buttati/#sthash.xR3mWVka.dpuf

martedì 26 febbraio 2013

Tornare al voto? "Bastano solo" altri 400 milioni di Euro

A malincuore e con grande stupore di molti e non, le elezioni 2013 sono appena terminate. Qualcuno allude ad un ritorno al voto, magari con la stessa legge elettorale, per trovare una soluzione al rischio di ingovernabilità del Paese.
Ma quel qualcuno si è reso conto di quanto lo Stato o meglio i cittadini hanno sborsato per finanziare queste "benedette" elezioni?!
Ci si ripete spesso quanto siano elevati i costi della politica, ma in questo caso vediamo nello specifico i costi delle elezioni. Tutti i cittadini sanno che sono loro a pagare le spese elettorali, finanziando così  dalla matita copiativa sino alle facilitazioni di viaggio di cui molti avranno usufruito.
Sono state distribuite sei matite copiative per ogni seggio, per  un  totale di 369.576  pezzi. I seggi elettorali sono stati 61.596 (371 in più rispetto al 2008) e ognuno di questi seggi è costato 6.315 € (il 13,2% in più rispetto alle votazioni di cinque anni fa, quando il costo di ogni seggio corrispondeva a 5.578 €).

In parole povere, le Elezioni 2013 sono costate alle casse dello Stato ben 389,50 milioni di Euro, con un aumento dell'11% rispetto al 2008.

I dati. Il Ministero dell'Interno ha erogato 73 milioni per le esigenze di ordine pubblico (21.154 poliziotti, 21.154 carabinieri, 11.526 finanzieri, 3.268 forestali, 300 poliziotti penitenziari, 3.638 vigili urbani, 585 poliziotti provinciali), 223,15 milioni di euro hanno coperto le spese per i seggi elettorali, compresi i compensi per presidenti, segretari e scrutatori (anticipati dai comuni), 9,80 milioni per le facilitazioni di viaggio per gli elettori che tornano nei comuni di residenza, 2,13 per il sistema informatico e di telecomunicazioni, 1,92 per il personale e la logistica e 5 milioni per la struttura per le politiche sul personale del Ministero dell'Interno.

Costi che continuano a lievitare sensibilmente. Un fatto che risulta incomprensibile è che ci sia ancora la necessità, nell'era digitale che  abbatte i costi e velocizza la burocrazia, di usare quantità impressionanti di carta, cartoni, timbri, buste e quant'altro. L’Italia si affida ancora a pratiche vecchie e superate. Nel nostro paese, infatti, si vota nella stessa maniera di cinquanta anni fa, con la differenza che a ogni elezione, le spese aumentano sempre più. 

L’ultimo aspetto che incide non poco sul costo delle elezioni è il numero dei candidati presentatisi: tra Camera e Senato sono stati 16.000, quasi 6.200 in più rispetto alle ultime elezioni politiche quando non si superarono i 10.000. Se si guardano le percentuali: alla Camera i candidati sono il 70% in più rispetto al 2008, mentre al Senato “solo” il 51%...*
Così i cittadini che si sono recati alle urne avranno notato molte più liste e soprattutto molti più nomi del 2008. Tutto questo è paradossale, se si considera che l’elettore non ha nessun potere riguardo alla scelta dei propri rappresentanti, poiché non sono previste indicazioni di preferenza.

E nonostante la situazione sociale ed economica difficilissima, dati i risultati delle elezioni, qualcuno ha il coraggio di dire:  "Torniamo alle urne".
Ci sarebbe anche la possibilità di tornare a votare per un solo ramo del Parlamento, che potrebbe appunto essere il Senato, così come previsto dall’articolo 88 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse (...)".
Intanto, il popolo dei Grillini esulta, il Pd ne esce nervoso probabilmente per aver sottovalutato l'ondata del Movimento e la rimonta del Pdl... ma c'è poco da festeggiare. Tutti hanno vinto e tutti abbiamo perso.
  
Volgendo uno sguardo alla stampa estera ne abbiamo una minima conferma:
STAMPA USA  - "Paralisi politica" (Usa Today)
STAMPA RUSSA - “L'Italia si ritrova in una situazione comica” (Gazeta)
STAMPA SPAGNOLA - Un'Italia ingovernabile
STAMPA FRANCESE - “Italia: minaccia di un blocco politico dopo le elezioni” (Le Figaro)
STAMPA BRITANNICA - "Una minaccia per l’euro"  (Guardian)
STAMPA GIAPPONESE - Gli italiani sono "stanchi del risanamento e hanno scelto il populismo" (Sankei)

Lucia G.


 * Dati estratti da Il Sole 24ore

sabato 23 febbraio 2013

"Amare chi ci toglie la libertà"

"Chi si pone fuori dal sistema, finisce per trasformarsi nel mostro che giustamente combatte".
Non è solo un'affermazione, è un legge che si ripete nella storia.  

La nostra Italia galleggia in un brodo di ingiustizie, di disillusione e di rabbia. Il 50% degli elettori (sondaggio Sole24ore) si dichiara schifata dai partiti. Ecco che la società diventa un trampolino per chi si fa carico di questa rabbia e di queste ingiustizie, di chi si innalza a salvatore della Patria.
Un ideale, una causa, il Bene comune, incarnato da un leader, da un movimento, da un partito.

Per questa riflessione ho trovato spunto da un articolo de La Repubblica.
E' FREUD che ci parla benissimo di questo. Una forma di populismo contemporaneo che si nutre di pubblicità e di social networking. Oggi si va alla ricerca di un nuovo paladino che possa accontentarti, "liberarti".
LIBERTA': Il concetto su cui preme Freud in tema di demagogia. Un demagogo, il cosiddetto padre-padrone, promette, e non promette altro che liberarti "dalle tasse, dalla vecchia politica, dalle istituzioni..." e tu, non puoi far altro che annuire. Perché è quello che vogliono tutti, o almeno apparentemente.
"Amare chi ci toglie la libertà". La libertà comporta grandi responsabilità, ecco perché il padre-padrone promettendo il "progresso" accoglie quei figli, che temendo la precarietà economica, sociale, esistenziale, corrono da lui. Un leader in cui identificarsi che possa, con il suo carisma così ammaliante, spegnere ogni nostra facoltà critica.
Oggi si parla tanto di anti-politica. Abbiamo bisogno di rinnovamento, è vero.
Ma noi  abbiamo anche bisogno della politica, nel vero senso del termine, dell'amministrazione della cosa pubblica, solo che siamo stanchi di quella "Roma Ladrona" e di chiunque si presti a giochetti contorti alle spalle degli italiani.
Se qualcuno vuol porsi al di fuori di questo sistema, della mediazione mediatica e del confronto politico, finirà comunque col generare il mostro che giustamente combatte!
I leader d'oggi non vogliono sottomettersi alla Legge, se non quella che essi stessi pretendono di rappresentare come "nuova". Ma questa è una storia già sentita. E le loro promesse sembrano diventare veri ricatti morali.
Soluzioni  come: "Restituire i soldi dell'Imu" o ""Non pagare più il debito pubblico", sono proposte eguali e auto-distruttive. E chi pagherà, allora, il buco delle già fragili finanze italiane?!
Tutti vediamo quanto poco faccia la classe politica dirigente per diminuire quel fossato creatosi tra loro e noi gente comune con i nostri problemi quotidiani.

In tanti pensiamo che non ci sia un alternativa valida e convincente al 100%. Abbiamo paura. Non è passato molto da quando l'Italia ha toccato il fondo.
Dobbiamo credere però che non sarà un'unica persona a cambiare magicamente le nostre sorti. Eppure, oltre i nostri mille doveri, il cambiamento inizia dai vertici ed è da lì, infatti, che dovrà partire una richiesta che avanzano tutti: RESPONSABILITA'. 
Forse, è la solita ramanzina dei giornali di questi giorni.
Ma non dobbiamo farci distrarre dagli spettacoli per non pensare ai problemi veri e ai cambiamenti necessari.
Per uscire da questa crisi è essenziale tanto coraggio, sobrietà e trasparenza. Non facciamoci accecare dalla rabbia, non ha mai portato a nulla di buono e se è vero che "anche se non condivido la tua idea, darei la vita per far sì che tu la esprima", non perdiamoci d'animo e azioniamo il NOSTRO pensiero, con le nostre parole, verso i nostri reali bisogni.

mercoledì 20 febbraio 2013

E io, per chi voto?!


Non starò ad elencare i signori politici della "cara" campagna elettorale, eppure a forza di urla, promesse, metafore, cagnolini, catene e sarcasmi...forse, siamo tutti un po' confusi!

Proprio qualche giorno fa, nei pressi di Largo Chigi a Roma, quando una giornalista dietro di me, ha chiesto a un passante se sapesse già chi votare,  ho pensato, forse come tanti: "E se adesso lo chiede a me, cosa le rispondo?". Allontanandomi, ho fatto in tempo a sentire la risposta del signore intervistato: "Non lo so e non so cosa mi potrà far cambiare idea".

Sul bus,tornando a casa, la prima risposta che mi è venuta in mente è stata: "So per chi Non votare". Come sempre, si inizia dalle cose negative. C'è chi veramente non mi ha convinto, c'è chi mi ha dissuaso dalle mie convinzioni, c'è chi mi ha lasciato esterrefatta. D'altro canto, ho avuto anche la mia conferma di questa politica dove ormai "piove sul bagnato". Non penso di essere l'unica, anche il comico Crozza in un suo intervento, aveva detto che era stanco di questa campagna elettorale.

Pare dai sondaggi che gli italiani indecisi si aggirino all'11% circa,  è dichiaratamente astensionista l'11,5 %, mentre chi ha già decretato si attesta al 69%. Una buona percentuale. Peccato che questa campagna ci lasci un po' d'amaro in bocca. Qualcuno crede veramente nel voto che segnerà, qualcun'altro lo farà con rabbia senza avere alternative, ma consapevole dell'importanza del proprio gesto, infine rimane chi pensa che "se effettivamente valesse qualcosa, non ce lo lascerebbero fare". L'astensionismo sarà anche a causa di una certa  intolleranza di questa politica che puzza ormai di marcio. Eppure, sarebbe un grave errore: arrivare ancora incerti al giorno dell'elezioni o addirittura scegliere di non dare il proprio contributo. Sarebbe come far vincere un impulso emotivo che vorrebbe trovare ragione ma non ce l'ha, sarebbe come fidarsi  dell'istinto quando qui c'è in gioco il nostro futuro ed è nostro dovere giocare tutte le carte a disposizione. Dobbiamo scommettere: in ogni caso.

In effetti, anche a confronto con le elezioni di altri paesi, le nostre si rivelano anche un po' particolari. C'è chi va solo in TV, c'è chi va solo in piazza (forse?) e poi tutti litigano come matti. Invece di schermirsi (con brutte parole e a volte anche con lusinghe), di colpevolizzarsi a vicenda e trovare un misero capro espiatorio per ogni evento che salta fuori... perché non discutere, argomentare e confrontarsi sulle proposte avanzate? Che stiamo ad ascoltare noi allora?
Questi ruba bandiera, questi giochetti mi sanno proprio d'infantile, in tutte le campagne elettorali accade che ci si provochi tra contendenti...ma non fino a questo punto.
Inoltre, durante queste elezioni si è fatto un grande utilizzo dei mezzi di comunicazione, soprattutto TV e talk show. Di parole perciò ne sono girate abbastanza, un po' a vuoto, a meno che non fossero battute, gaffe che potessero dar luogo a spettacoli, equivoci e via dicendo.
Tante promesse che si spera vengano ricordate anche dopo, e se si batte sempre sulle stesse cose si tralasciano altri problemi e di quelli seri.

Un "esempio". 
Da un'analisi dell'Economist emerge che "l’economia italiana sia andata a picco". Nella classifica della crescita, negli ultimi dieci anni (2001-2011) l’Italia risulta il terz’ultimo Paese al mondo (190 paesi). E' cresciuta solo dello 0,2% in dieci anni, come dire che è rimasta ferma. Hanno fatto peggio di noi solo lo Zimbabwe (-5,1%) e Haiti (+0,1%), il primo devastato da Mugabe, il secondo da un catastrofico terremoto*.
Di riforme se n'è parlato?
Forse, non dovrebbero trattare solo di politica, ma anche di cultura e della nostra società... perché se è vero che abbiamo bisogno di una rivoluzione, dovrebbero quanto meno mostrarci una Strada.




*“Pocket World In Figures 2013” dell’Economist

Lucia G. 

lunedì 18 febbraio 2013

Perché "tarpare le ali" ai giovani?


Troppo spesso si sente parlare di giovani delusi e amareggiati, perché c'è chi con la pretesa di essere "grande" taglia loro le gambe, impedendogli di poter faticare e imparare a camminare da soli.

Durante una lezione, l'ennesima perla di saggezza: "Abituatevi a uno stipendio da poveri. Avrete belle soddisfazioni, ma non ora. Aprite gli occhi: in giro c'è un sacco di gente che vuole sfruttarvi, prosciugare il vostro entusiasmo e la vostra euforia, la vostra voglia di fare e di lavorare. Perché "lavorerete" gratis".

Non è stata solo quella ragazza già del mestiere ad avvisarmi o ad aprirmi gli occhi. Oggi ormai, basta accendere la televisione o la radio per sentire discorsi del genere. Circa un anno fa, un professore ci ha chiesto: "Volete fare il giornalista e qualcos'altro? Bene, fate altro allora".
Un giovane che cerca di essere un po' lungimirante si trova spesso di fronte un buio pesto, ma con una piccola luce di speranza. Quella speranza che nutrono con te genitori, amici e fidanzati che ti ispirano fiducia e confidano in te.
Però a volte, capita di soffermarti e pensare se questa sia la strada giusta, se si poteva fare altro, se vista la fortuna che si ha di una famiglia che ti sostiene, avresti potuto investire i sacrifici altrove, in qualcosa di meno rischioso. Però poi ti viene da sorridere...è inutile. Tutto oggi è rischioso, anche andare a fare la spesa e pensare di poter risparmiare: quei 50 € una volta scambiati, finiranno. Ma è la vita. E non voler più mettere il piede fuori casa non è vita, se non hai voglia di aprire la finestra e vedere se oggi c'è il sole, non sarà il modo giusto per affrontare la giornata.
Perché se a volte ti senti un "inetto" è perché hai delle aspettative dal mondo e hai paura di ciò che il mondo chiederà a te.

Oggi, anche ieri ma in maniera diversa, la vita è un continuo colloquio di lavoro: descrivi le tue capacità e magari illustri i tuoi progetti, i tuoi lavori...a volte qualcuno concentra l'attenzione su di sé dicendo cosa cerca o cosa si aspetta da quella azienda, dimenticando che è l'azienda ad assumerti e che sei tu a dover convincere loro di cosa puoi offrirgli.

All'infuori di metafore e allegorie, nessuno di noi può credersi un eroe.  Anzi se qualcuno riesce a beccare la musica giusta che gli dà la forza di "spaccare tutto", allora che ne approfitti subito per poter rischiare, perché l'indomani si sveglierà ripensando a quelle parole così amare, da non aver voglia di aprire la finestra.
Eppure sarebbe troppo noioso e codardo rimanere nel letto... prima poi chiunque avrà fame di giustizia, di soddisfazioni ma di quelle vere, di vincere quelle sfide che si era preposto a 18 anni, che a 20 ne ha quasi paura, ma che a 30 ne conoscerà almeno il profumo.




giovedì 14 febbraio 2013

Ma l'Amore è un concetto culturale o un fatto naturale?


Per la festa degli innamorati non poteva mancare un'ulteriore riflessione per dare una botta secca alla carie che avete accumulato ieri, ormai,  tra dolcezze, smancerie e doni di San Valentino.

Prima di scrivere qui, mi piace e ritengo logico fare un giro sui Social Network, il "nostro pane quotidiano" per la mente (?!). 
Ebbene, qualcuno ha già optato per festeggiare San Faustino che pare sia il patrono dei singles, ma sapete il perché?

San Faustino è un nome latino che indica qualcosa di propizio, ecco perché è stato scelto dai singles come patrono, oltre ad esserlo della città di Brescia. E' come un augurio a trovare l’anima gemella, insomma.
Sono in molti però a considerarla un festa anti - San Valentino, anche se riflettendoci, andare a una festa il 15  Febbraio diventa un modo anche per incontrare qualcuno nello stesso status e da cosa nasce cosa... 

Per altri sarà San Crispino occasione di festeggiamenti, ma Ottobre sembra lontano e dalle ricerche emerge che questo Santo sia in realtà il patrono dei calzolai, più che degli "amici di Bacco"... 

C'è chi ieri sera si sarà deliziato con una cenetta come tutti s'immaginano questa festa, in un bel quadretto: a lume di candela, magari sulle note di un violino stonato e un regalo che non  piacerà, a meno che non siano semplicemente rose e cioccolatini.

Mia madre ad esempio ha avuto la trovata di farmi gli auguri per telefono e di farli anche a mio fratello dicendo che oggi se è la festa di chi si ama, di certo lei rappresenta chi ci ama di più al mondo... Un po' di cinismo non mi manca, ma anche la sensibilità e questa mi ha fatto apprezzare queste semplici, forse anche banali, ma belle parole, perché dette da una mamma, col cuore.
San Valentino da occasione per incrementare le casse dei commercianti e per svuotare quelle di chi è "innamorato" è diventata ben presto anche un'occasione per dibattere su questo fatidico Amore.
Neanche al Festival di Sanremo saranno mancate parole e modi per farlo, anzi.

Se sembra scontato che in una famiglia ci sia amore, non è così. Se sembra banale parlare di solo amore in una coppia, non è così. In primis, si sa, l'amore è qualcosa di indefinibile, è un concetto assoluto e come tale parecchio confuso, non si sa da dove inizia e dove, se, finisce.
Credo che l'amore sia però un concetto culturale, non naturale. Si ama perché s'impara ad amare, perché si è amati. E quale sia la fonte di questo amore...lascio a voi la scelta. La famiglia deve giusto dare l'esempio, ma non sempre è così. 
La coppia si ama, ma ci sono altre componenti che ne rendono forte il legame. La passione, la sessualità...eppure, se si è lontani come si riesce ad amare lo stesso? E quando si diventa meno giovani o meno attraenti?
E se queste componenti dell'Amore con la A maiuscola fossero tutto frutto di un fatto psicologico invece che "chimico"? Forse dipendono dal valore, dall'importanza che l'uomo gli attribuisce... forse. 


L'unica cosa che so di certo e che anche spero è che l'amore: "Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine".  A voi le risposte, o meglio ad ognuno la "sua". 

Auguri! 





mercoledì 13 febbraio 2013

Il "fulmine a ciel sereno"


Anche se spesso le notizie ci evitano o siamo noi a non volerne sapere, certe volte non possiamo farne a meno almeno di sentirle...e un commento, un giudizio, che sia un pensiero non puoi non formularlo.

Un fotografo bravo e fortunato dell'Ansa pare abbia scattato un fulmine proprio nel momento in cui si scagliava sulla Cupola di San Pietro: simbolico, anche troppo. Che sia un "effetto Photoshop"o che sia l'ira divina, in ogni modo, l'immagine mi colpisce molto... Nonostante c'è chi dica che si tratti di un semplice temporale, è come se quel fulmine che preannuncia un brutto temporale, volesse farci riflettere. Che sia l'ennesima bufala, non lo so, certo è che oggigiorno perché si parli di qualcosa, di chiunque, viene sempre inglobata anche un parte allegorica, letteraria, come da giusto prodotto d'intrattenimento.
Riflettendoci: se quel fulmine prepara a un temporale, ecco che le parole del Papa, quella passate e attuali, la sua figura prima imponente ora apparentemente debole, ci sorprendono e ci colpiscono, predicendo in cuor nostro l'attesa di un avvenire colmo di come e di perché.

Mi spiace che tanta gente sui Social Network abbia malgiudicato la scelta del Papa, non so veramente quali cunicoli ci siano sotto San Pietro, è davvero troppo grande per i nostri occhi, ma una cosa appare veritiera.
Nello sguardo, nelle mani e nei gesti di Benedetto XVI, umanamente parlando, ho letto insieme a molti altri sofferenze: sofferenza spirituale, interiore prima di tutto. Si sa l'età avanzata c'è e non si nasconde, la croce è pesante e Lui non si è sottratto. Anche Gesù è stremato durante la Via Crucis  ed è aiutato a portare la Croce. Benedetto XVI o meglio Joseph Ratzinger aveva rilasciato una dichiarazione in cui diceva che: "Il Papa ha una responsabilità unica che gli è stata data dal Signore e che solo il Signore può ritirare". Ebbene, non è  detto che s'bbia da ritirare con la morte... e se in tal caso fossero questi i Piani di Dio?
Come la religione cristiana sostiene, per ognuno di noi Lui ha un progetto e siamo noi a scegliere la strada che sia la via più lunga o quella più breve.

Non potrei mai arrivare ad una conclusione, neanche il Papa stesso forse. Io, al momento, con ciò che so, ne ammiro l'umiltà, la lealtà e il coraggio. Con questo passaggio storico si dimostra nuovamente come anche la Chiesa possa crollare, nessuno di noi è unico e insostituibile, siamo tutti uomini e ogni tanto questo ci viene meno alla mente. Senza alcun accenno polemico, è bene affermare la propria posizione o la propria "scelta". Ed ecco la mia comprensione nei confronti di Chi per una volta contro tutto e tutti ha avuto il "coraggio" di farlo.

Lucia G.

lunedì 11 febbraio 2013

"Benedetto XVI lascia il pontificato"

"Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe [di questa plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all'onere e all'onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale".
13 Dicembre 1294 - (Bolla Pontificia).

Queste furono le parole, tradotte dal latino, di Celestino V, uno dei pochi Papa nella Storia della Chiesa Cattolica ad abdicare. Oggi da quasi tutti i giornali e in esclusiva da molti Tg viene data la notizia: Benedetto XVI lascia il pontificato... Ed anche se molti siti online di giornali autorevoli non ne parlano ancora l'abdicazione di Bendetto XVI è già stata aggiunta a quella di Celestino V su Wikipedia.
"Sento il peso dell'incarico (...) lascio per il bene della Chiesa". Le "forze e l'età avanzata - ha spiegato - non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero". Il flash dell'ANSA delle 11.46  ha annunciato le dimissioni del Papa ed in pochi minuti ha già fatto il giro del mondo.

Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Nella storia della Chiesa è la settima volta che un Papa abdica: era successo in precedenza a Clemente I, Ponziano, Benedetto IX, Clemente V e Bonifacio XIII.

Una notizia assolutamente sconcertante per noi umili cittadini, ma anche per cardinali e "vicini" al Papa. In tanti tra autorità ecclesiastiche e politiche rilasciano dichiarazioni a tal proposito: "Una notizia inattesa" ha detto Mario Monti e "Un fulmine a cel sereno" - il cardinal Angelo Sodano.

Perché? Ora tutti ci chiediamo. Perché adesso? Non ha più le forze per ricoprire tale Incarico? E chi le ha prosciugate?!
Escludendo battute sarcastiche di chi annuncia che dopo un anno anche il Papa tornerà, penso che non sia più il momento di fare battute ironiche su quanto stiamo vivendo sulla nostra pelle. Non si tratta solo di fede, di politica, di sistema... ma di tutto questo e molto altro ancora. Altro che fine del mondo... tanto e tanto di più volge al termine e questo mondo pazzo va avanti, forse indietro, senza più una bussola su cui poter contare.

Lucia G.

venerdì 8 febbraio 2013

"La regola della cravatta" in Parlamento



Si tratta di un fatto avvenuto diversi mesi fa che aveva suscitato anche un certo scalpore, ma oggi più di prima torna in contrapposizione con una altro fatto ancora, anzi una dichiarazione che può lasciar spiazzati o confermare il paradosso.

Qualche mese fa Franco Battiato, cantautore, regista, pittore e adesso anche assessore al Turismo della Regione Sicilia era stato rimproverato per essersi presentato alla prima seduta del Parlamento senza cravatta.

Ieri Battiato ha parlato di enormi sprechi nelle casse della Regione dicendo: "Dimenticatevi dei Grandi Eventi e del Circuito del Mito" perché "nelle casse dell'assesorato del turismo non c'è più un Euro".  Sprechi, ma non solo: "Ho trovate tante porcherie", ha detto, "come quella di quell'imprenditore che non ha versato alla Regione i proventi della vendita dei biglietti per i siti culturali". Dito puntato contro gli sperperi "casalinghi", dunque, e aspettative riposte all'estero dal momento che "così non si può lavorare: ora il presidente Crocetta deve trovare fondi europei". E ancora: "Oltre alle indagini già avviate dalla magistratura", ha chiarito, "abbiamo avviato delle ricognizioni interne per comprendere meglio le procedure. La situazione, imputabile alla gestione precedente, è risultata non compatibile con la normativa europea, provocando la decertificazione da parte dell'Europa". Battiato appare sconsolato, malgrado ciò sottolinea che ha accettato l'incarico per "dare alla propria terra e non per depredare", certo non nasconde l'amarezza a cui aggiungo la mia e quella di molti altri siciliani dopo esser stato costretto a dire di "No" ad un signore che aveva proposto di organizzare i Grammy Awards a Taormina. Non ci sono i soldi.

Ora la contrapposizione penso emerga chiaramente. Di questi paradossi oggi cominciamo ad everne un po' tutti piene le tasche.
Una regola in quanto tale è giusto che vada rispettata. Ma: "Se la legge è uguale per tutti, come la pioggia. E' vero anche che chi ha l'ombrello si ripara". Triste, ma vero.
E sarà sempre così?

Lucia G.

giovedì 7 febbraio 2013

L' "Eredità" dei nostri Avi è innanzitutto la terra

Se potessi darvi una mia opinione, un'umile recensione di un libro che ho appena letto,  vi direi: "leggetelo". Leggetelo, se avete voglia di confrontarvi con una grande cultura custodita e celebrata per secoli, una storia personale che non può non essere anche la Storia con la S maiuscola.

Ambientato negli anni tra i due conflitti mondiali, "Eredità", si fa pubblicità da sè, per via della scrittrice e brava giornalista Lilli Gruber. In questo libro ho trovato spunto per sondare meglio quel territorio tanto diverso dal mio e così affascinante.

Quel giorno in cui andai in Sudtirolo, a Merano, sinceramente ebbi quasi una repulsione. Mi chiesi se ero ancora in Italia o se per sbaglio mi avevano cacciato via senza che me ne fossi accorta. Le scritte erano prima in tedesco e poi in italiano, quell'accento così diverso dal mio era quasi fastidioso... brutte impressioni, certo, ma non solo quelle e non rimasero tali.

Per mia fortuna non vivo solo di "impressioni", ma soprattutto di emozioni che queste possono trasmettermi o che io riesco a maturare, anche in seguito. Imparai ad ammirare la loro identità così protetta da quel Giorno in cui ebbero la sensazione che gli italiani stessero per portargliela via; ammirai il senso di unità che oggi sembra davvero scarseggiare in questo mondo, nonostante la globalizzazione...

Ho avuto la conferma di come grazie ai ricordi, alle tradizioni, si intrecciano testimonianze di vita di ciò che è stato quel paese e di quello che continua ad essere: splendido, ma spezzato. Eppure nel suo essere parte di qualcos'altro è riuscito ad unirsi ancor di più con se stesso, senza però chiudere i confini ma estendendoli a chi si innamora dei suoi colori e dei suoi profumi.

Un filo narrativo che si riallaccia a riflessioni più generali, retoriche forse, ma senza dubbio legate alla nostra Nazione, alla sua storia e ai suoi abitanti. E' bello scoprire come tante differenze convivono e scambiano tra loro valori e persone i quali ereditano dai propri avi, prima di tutto, l'affetto per la propria terra natia.


Lucia G.

"Se non ti stanchi di aspettare, prima o poi le cose arrivano..."


Capitano giorni in cui senti dentro di te una grinta che ti farebbe scalare una "montagna", altri invece, in cui la tua autostima sembra farti da tappetino... C'è chi direbbe che Saturno o Marte ti sta facendo qualche scherzo, c'è invece chi, come me, pensa che non sia ancora arrivato il giusto "segnale".

Quante volte vi è successo di leggere una frase, una dichiarazione, di sentire una parola in un film, alla radio... che vi ha risollevato, che vi ha riaperto gli occhi?

Arriva, così, quella parola giusta, quel segnale che in tanti invochiamo quando tutto va per il verso sbagliato e tutto d'un tratto: la luce.
Avvolte mi chiedo se siamo noi, in effetti, a far sì che quella vicenda si verifichi oppure se quella parola detta o letta sia arrivata così, dal "cielo", per caso.
Mi viene in mente il finale di un film, in cui il protagonista, un grande attore, recita: " Se non ti stanchi di aspettare, le cose prima o poi arrivano...". E qui, ognuno avrebbe la propria filosofia: "Aspettare sì, ma non passivamente, desiderando ardentemente ciò che si vuole..." e via dicendo.

Una sera, prima di andare a letto, lessi su una rivista che non avevo mai letto prima, queste precise parole: "La vita è fatta di persone da amare giorno per giorno, malgrado tutto. La vita è fatta di parole che possono essere preziose nel ricordo, oppure  ferire o consolare. La vita è fatta di piccoli gesti usuali che possono essere indimenticabili, di azioni di terribili o di bontà infinita. La vita è generosa, con chi la sa amare. Con chi sa apprezzare sia lo splendore del mattino che le ombre della sera, senza paura della notte".

Non ricordo nemmeno il contesto in cui lessi questo virgolettato, ma mi colpì, come una pacca sulla spalla, anzi no, come un colpo sulla testa di un amico che esclama: "Ehi, ma che fai?!". Come se stessi sprecando il mio tempo con cose futili, su pensieri inutili, su ragionamenti che di razionale avevano ben poco...
A parer mio, arriva un momento, anzi ne arrivano tanti a sprazzi, che ti bloccano per un po', un lungo momento quasi fosse eterno, in cui hai bisogno di fermarti per capire... di quegli istanti in cui dici: "Ho bisogno di stare da solo"; ma alla fine che sia il tuo cuore, che sia la tua mente, che sia quella di un altro... arriva la scintilla che fa riaccendere il meccanismo, che rimette in moto il tutto, che ti fa andare avanti senza rimpianti e senza dubbi: il peggio, per adesso, è passato.



Una piccola e "banale" riflessione, ma è sempre meglio condividerla che tenerla per sé.

Lucia G.

mercoledì 6 febbraio 2013

Ridateci le nostre Strade!



Un ponte è crollato pochi giorni fa...se cercate "Ponte Verdura" su YouTube compare subito il video del crollo registrato in diretta...
Si tratta della Statale 115 che adesso separa le province di Agrigento, Trapani e Palermo. Un ponte in muratura risalente al 1875, un crollo che sembrava davvero annunciato. Ora tutti si chiedono: "Ma è mai possibile che un ponte vada giù nel giro di due ore senza che nessuno se ne sia accorto prima?".
E' la domanda che continuano a porsi tecnici, assessori e giornalisti. Intanto studenti, lavoratori e chiunque abbia bisogno di passare da quella arteria stradale che spacca in due la Sicilia, allunga il percorso di circa 35 chilometri... Tir, autobus, automobili si ritrovano a  dover fare un giro da qualcuno ribattezzato "Via Crucis", attraversando paesetti per i quali quel traffico sembra quasi una festa...
Eppure gli allarmi c'erano stati eccome, da parte degli agricoltori che conoscono benissimo quel territorio e ogni respiro del fiume Verdura. Da tempo, infatti,  avevano segnalato la necessità di interventi, notando che la fondazione dei piloni era in preda ad una forte erosione.


Ieri un Tir si è catapultato, l'altro ieri un automobile: nessuna vittima grazie al cielo.
Mio padre ha quasi perso uno specchietto dell'auto perché l'auotbus venutogli incontro non è riuscito a rallentare: non c'era abbastanza spazio per entrambi su quel tratto di strada.

Pensandoci: quasi mi vergogno a descrivere queste situazioni allucinanti, perché nel 2013 le strade, i ponti, i paesi non possono franare così, senza che nessuno se ne accorga. Dove sono finiti gli occhi della gente, dov'è finito il lavoro di chi ce l'ha e non se ne cura, dove rimbombano le voci di quei politici che parlano del Ponte di Messina, non sapendo in che condizioni versano le nostre strade... Semplicemente nel vuoto.
E non parlate del Meridione, perché anche al Nord le strade si bloccano, anche al Centro i lavori rimangono fermi,  l'intera Italia deve essere unita nella gioia e nelle disgrazie. Il paese è nostro, è degli italiani. 

Apriamo gli occhi, le orecchie:  questa è la vita e non è uno show.

Lucia G.

martedì 5 febbraio 2013

Nuove Regole per la Patente B

Dal prossimo 19 gennaio nuove normative nel Codice della Strada. Molte le preoccupazioni per il rincaro dei costi... per fare un esempio, mio fratello da poco compiuti i 18 anni, era già in possesso della patente del 125 cc, adesso dovrebbe affrontare solo la pratica...al modico costo di 380 €, chi dovesse fare anche i quiz  il costo si aggira sui 700 €... ma ciò varia dall'autoscuola scelta o se si opta per di dare l'esame da privatista...

Altra novità: da febbraio 2013 in arrivo anche la patente per i trattori (Fonte ACI)


Infatti, il Parlamento ha approvato il nuovo provvedimento per adeguare la normativa del nostro Codice della Strada a quella europea. 
Le nuove regole sono entrate in vigore sabato 19 gennaio 2013. Il regolamento d'attuazione è previsto entro il mese di dicembre e chiarirà l'iter obbligatorio per ottenere il passaggio da una categoria a quella superiore. .
 Di preciso: quali saranno le novità introdotte? Ci saranno 5 nuove tipologie di patenti: la prima, l'AM sostituisce il vecchio patentino del ciclomotore. Diventando, a tutti gli effetti, una patente di guida che deve sottostare alle norme relative alla decurtazione dei punti, ritiro, revisione, sospensione e revoca. 
C1, C1E, D1 e D1E sono le nuove patenti professionali che si conseguono ad partire dai 18 anni per arrivare ad almeno i 21 anni per quelle D. È aumentata anche l'età minima per sostenere l'esame della patente A, che consente l'assoluta libertà di guida per tutte le moto. Si sale dai 21 anni attuali ai prossimi 24 anni. - sintetizza l'ing Tempesta - Oggi in Europa vi sono 110 modelli di patenti che sono riconosciute. Dal prossimo 19 gennaio in tutta Europa diventa obbligatoria la visita medica per il rinnovo della patente. Questo favorisce gli utenti italiani che potranno così circolare immediatamente dopo il rinnovo, anche senza la presenza del bollino applicato sulla patente. 

Patenti europee, quindi, uguali per tutti i cittadini europei, in formato card, con la foto digitale del conducente. Nuove patenti, pene inasprite e la novità della scadenza che coinciderà, per la guida di ciclomotori, moto e autovetture, con il compleanno del titolare. 


Per un buon volo, prima e dopo, meglio essere informati!




Informazioni di servizio che sono quasi "nascoste" negli angoli di certi siti online....
Vi è mai capitato?  A me sì e parecchie volte, anche perchè di doveri, limiti e condizioni se ne vedono dappertutto ma dei diritti, purtroppo, ben pochi! In materia, insomma, meno sai meglio è!
Un esempio pratico che magari non tutti sanno (io, infatti, l'ho scoperto solo poco tempo fa) è il diritto al rimborso di una parte del biglietto aereo se non utilizzato. 
Sapevate che avete diritto al rimborso se non usufruite del biglietto, ad esempio se non avete potuto per malattia o lutto? E' tutto scritto, a tal proposito, sul sito di Ryanair... 
Non verrà risarcito l'intero biglietto, ma una tariffa amministrativa pari a 16 Euro (in base alla valuta locale) a persona. E' possibile richiedere il rimborso presentando una domanda in formula scritta, anche di mano propria, entro un mese dalla data del volo originale all'indirizzo: Customer Service Department, PO Box 11451, Sword, Co Dublin, Irlanda.
Se l'importo del biglietto di cui si richiede il rimborso fosse, però, inferiore a quello della tariffa amministrativa (16 €)  non è previsto alcun risarcimento.



A riguardo, cliccate su questo link:  
http://www.ryanair.com/it/domande/e-possibile-chiedere-un-rimborso-per-un-volo-non-utilizzato

Oppure, posso consigliarvi questo sito informativo: 
http://www.rimborsoalvolo.it/ 
Il sito sostiene di farvi ottenere il rimborso senza alcuna spesa.

Se lo sapevate già buon per voi, altrimenti meglio essere informati!

Lucia G.  

Un'italiana a Los Angeles


In tanti mi hanno chiesto: "E allora com'è questa famigerata America?". Quasi sempre avrò risposto alla stessa maniera: "Una favola, un sogno!"; oppure: "Mi sentivo come in un film". E in effetti è ciò che più rispecchia le mie impressioni.
Ho avuto la fortuna che il viaggio mi sia stato regalato dai miei gentori dopo la laurea e di trovare in California una caterva di cugini e zii pronti ad accogliermi a braccia aperte... prima barriera? La lingua.
Un po' di scuola certo aiuta, ma si sa, sui libri si fa tanto, si suda, ma è vivendo e mettendo in pratica quanto imparato che si catalizza e si elabora! Bene, talmente elaboravo traducendo qua e là che la notte a volte sognavo in americano e anche nel sogno, ahimè, mi sforzavo di tradurre e mi compiacevo anche dei discorsi che riuscivo ad abbozzare.

Un giorno mentre ero in giro, rigorosamente in auto, pensavo già a che cosa mi avesse più colpito di quei posti, e pensai subito: le luci. Tornando la sera a casa, infatti, ricordavo le luci e poi tutto il resto: le luci dei cartelli, dei palazzi alti e pieni di uffici piccini piccini, le luci degli stadi e dei center che illuminavano il cielo soprastante, le luci di Las Vegas! Chi non rimane folgorato dalle sue luminarie viste da dentro un taxi, dalle vetrate di un albergo... o dal finestrino di un aereo. Ma non solo. Anche i colori vivaci della natura in quegli angoli nascosti, verso l'orizzonte, verso l'oceano, grande, immenso e Pacifico di nome e non di fatto...!



La gentilezza della gente, che con un "sorry" e un "hi" illuminava la mia giornata e, sapendo che fossi italiana, proiettava su di me uno sguardo pieno di stupore, di ammirazione, quasi d'invidia, per poi pronunciare parole come: "pasta, pizza, Buongiorno principessa, Milan e Rome!". E a me veniva così tanta nostalgia!
Sì, perché di noi ammirano tanto il cibo, la moda, le città storiche... e mi chiedevano quanto fosse diversa l'America dal mio "mondo". Mi compiacevo di quei complimenti, pensando che noi alla fine mitizziamo sempre questo Nuovo mondo così "lontano" dal nostro... e credo che loro facciano altrettanto, con le dovute differenze.

Quella terra è sì lontana geograficamente dalla nostra, affascinante per le sue "diversità", ma alla fine ho travato tanta armonia di spirito e di mente, e non mi sono sentita poi così estranea...
Certo,  molto dipende dalla gente con cui stai e io ho incontrato molti siculo-americani che avevano una gran voglia si sentir parlare di me (nella nostra lingua) e della nostra terra, sempre uguale, sempre meravigliosamente bella... Del resto, credo valga lo stesso per ogni angolo della terra, purché ci colpisca a fondo con i suoi colori, con il suo paesaggio, con la sua gente, purché anche solo per un attimo riesca a farci sentire a "casa". 

Lucia G.
 

lunedì 4 febbraio 2013

I post divertenti sulle proposte "shock"!


Tanti post sui social network su Berlusconi e le sue "proposte shock"


Dopo le proposte previste dal piano "taglia tasse" del Pdl, sui social network impazzano post ironici e sarcastici su quelle che da adesso in campagna elettorale potranno essere le nuove "proposte" dell'onorevole Berlusconi...

Alcuni esempi? Eccoli:

Vi restituirò i Pietro che non sono tornati indietro

Vi restituirò la mamma di Bambi

Restituirò il senno all'Orlando Furioso

Restituirò gli ombrelli dimenticati quando esci e spunta il sole

Vi restituirò le chiamate perse

Vi restituirò Napoleone, non tutto ma Bonaparte....

Insomma, un sorriso scappa, peccato sia un po' amaro. Oggi i politici fanno i comici e i comici fanno i politici... siamo al paradosso... eppure, è ciò che stiamo vivendo!
In bocca al lupo, elettori! 


Lucia G.

Una parola in cerca di ascolto


Di noi giovani, forse, è rimasto solo l'eco.

Giovani e naulaureati: siamo in tanti, troppi e per la maggiore a casa e alla ricerca di. 
Il mio, come per molti oggi, rappresenta un ambito di lavoro ricco di domande e di forse… in tanti all’affermazione di voler fare la giornalista assumono un’espressione di stupore o forse di ammirazione; di sicuro, però, sono in pochi a invidiarmi. Forse, ammirano la mia tenacia. Tuttavia, questo non mi fa di certo passare la voglia di continuare, per realizzare questa mia grande passione, infatti, la determinazione e la buona volontà sono due punti a mio favore. Questo lo scrivo a nome di chi come me, sceglie di combattere per un Amore, per una Passione, sceglie di poter decidere del proprio futuro. 
Molto spesso sento parlare di govani in Tv, alla radio, ma anche per strada o al bar. Tante sono le voci, ma molto spesso ragazzi e ragazze prendono malvolentieri la parola. Sono sommerse, infatti, le loro grida delle quali, però, non rimane che l'eco. 

 
A parer mio c’è la paura di non essere ascoltati, di non essere minimamente considerati, di essere solo per questo penalizzati, scartati. Io, come molti della mia generazione, mi sento ai margini di una società che sembra voler fare a meno di me, che parla di me sempre in terza persona e mai rivolgendosi a me in un rapporto frontale, chiedendomi:“Tu cosa ne pensi?”. Di conseguenza, io mi sono creata una mia idea: “Agli “altri” quello che penso io semplicemente non interessa”. E così non mi chiudo nel mio “micro destino”, ma affronto la vita così come viene, che non vuol dire subirla, ma andrò a cercare ciò che voglio e mi soddisfa ovunque, vivendo con la stessa dignità vittorie e sconfitte. Ora, con la consapevolezza di questo sentimento che ci blocca e ci chiude la bocca (ma non il pensiero) ne unisco un altro, mio: l’indignazione. A volte in giro, vedo troppo rumore, troppo sfruttamento, ed ecco che il mio entusiasmo svanisce. L’euforia di diventare adulta scompare, e se da piccola mettevo il rossetto di mia madre per sembrar grande, oggi non vorrei più uscire di casa, vorrei rimanere nelle braccia dei miei genitori perché, fuori, sembra tutto troppo difficile o almeno così lo fanno apparire.

Voglio incolpare anche i media, di cui nonostante ciò vorrei farne il mio mestiere, perché troppo spesso alterano la realtà. Per il giornalista l’obiettività è forse un ideale, ma non per questo non bisogna aspirarvi, il suo compito è raccontare i fatti in una cornice di senso, anche perché farne specchio è davvero impossibile. E allora?  Oggi sembra tutto spettacolo, finto o vero che sia, noi siamo spettatori, consumatori, fruitori di un prodotto già bello e pronto. Ma non sono un fruitore della mia vita, io. Io voglio godere di quel bellissimo dono che Dio ci ha dato: il libero arbitrio. Sono artefice delle mie scelte, voglio migliorare questo mondo, e dico sì agli errori e alla fatica e a tutto quello che questo mondo ci porrà dinanzi.  Prendo un aereo dalla mia Sicilia per cercare qualcosa che mi possa appagare di più, ma questo non vorrà dire che sto fuggendo, no. Voglio attingere ciò che c’è di meglio in questo Paese meraviglioso di cui mi vanterei sempre. E poi un giorno apportare dove sarà necessario il mio piccolo contributo. Io sono qui, adesso e sto dicendo la mia, che qualcuno mi stia ascoltando o no. E spesso immagino e mi chiedo se qualcuno stia veramente ascoltando quei tanti giovani italiani con i loro sogni e le loro speranze, o se soltanto restano delle voci sovrapposte, dei lamenti, solo echi dispersi nel vento.

Forse, alla fine il mio era uno sfogo e avrò scritto cose anche già dette, ma le ripeto perché le penso anch’io e spero tanto che chi leggerà questo rullo di pensieri possa, almeno per un attimo, avermi “ascoltato”.




Lucia Geremia

La crisi e gli italiani



I tagli alle spese: una vera lotta alla sopravvivenza quotidiana



“In Italia sei famiglie su dieci hanno un reddito inferiore a quello medio (2.482 euro al mese circa) e ben otto milioni di persone sono considerate povere”. Quattro anni dopo, siamo tutti testimoni dell’effetto crisi economica a carico soprattutto dei giovani, degli anziani, delle donne più degli uomini, delle persone disabili e delle comunità marginali ed etniche. È quanto emerge dal rapporto Istat dal titolo “Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” del 2013. I costi sociali del fallimento economico sottopongono i singoli e le famiglie a innumerevoli tagli sui consumi, motore del nostro sistema economico.
Eppure, non sono necessarie ricerche e numeri, basta guardarsi attorno: c’è chi ha perso il lavoro, chi fa fatica a trovarlo, nonostante titoli ed esperienza, c’è chi entra a stento nei negozi per paura di spendere, c’è chi si è indebitato per poterlo fare. Soprattutto è il ceto medio a risentire di questi tagli così austeri, che non risparmiano sanità e istruzione. Nel quarantaseiesimo rapporto Censis annuale sulla situazione sociale del Paese si legge, infatti, un vero e proprio “smottamento del ceto medio”.  Inoltre: “2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300 mila famiglie mobili e opere d'arte, l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi”.
Chi fa fatica a tirar alla fine del mese non sono, quindi, solo badanti, camerieri stagionali, padri e madri di famiglie numerose, ma anche impiegati, dirigenti e professionisti. Un dato certo e significativo è la fila che s’ingrossa davanti ai discount, ora frequentati non più soltanto da famiglie a basso reddito. In tempo di crisi gli italiani hanno sviluppato un nuovo e ormai noto modello di consumo, navigando in rete, comparando i prezzi dei volantini, girovagando per gli outlet o per i mercatini dell’usato, chiedendosi perché spendere di più, se si può avere lo stesso prodotto a meno. La corsa ai saldi e alle “offerte speciali” sta diventando una pratica sempre più diffusa. “C’è crisi, basta con gli sprechi”. Parole d’ordine che dettano regole e nuove modalità di consumo per difendere il portafoglio. Si riducono i divertimenti, le spese superflue, ma si fanno anche tagli su spese mediche e scolastiche. Da un lato, si ricorre ai “rimedi della nonna” o ci si azzarda a curarsi da sé, magari consultando un sito preposto online, dall’altro, ci si organizza in tempo con l’usato-libri e anche in questo caso viene in aiuto la rete. Si cerca di risparmiare su elettricità, riscaldamento e benzina, ma anche sui propri hobby. Gente che rinuncia all’abbonamento della palestra e preferisce fare una corsetta nel verde, se ne ha la possibilità. Si viaggia meno e per meno giorni, magari scegliendo di rimanere in Italia, invece che andare all’estero. Una spesa intelligente che tenta quanto meno di raggirare la lotta continua per la sopravvivenza quotidiana. 
Fonte immagine: Attualissimo.it

Lucia Geremia